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    Gentiana, Helleborus, Corydalis, Pulsatilla, Astrantia, Aconitum, Ranunculus Saxifraga e molti altri.
Vivalpi - La passione per le piante alpine

La visione

VivAlpi è nato con lo scopo di riprodurre in un ambiente adeguato, una gran parte di piante originarie di zone montuose coltivate con maggiori difficoltà nei vivai di pianura. Il risultato è la splendida flora delle Alpi che ricorre nella nostra collezione : abbiamo saputo studiare e coltivare le specie più belle e interessanti che spesso sono dimenticate dai grandi produttori perché troppo difficili da riprodurre e quindi scarsamente redditizie. VivAlpi è un vivaio specializzato nella coltivazione e riproduzione della flora montana. Si trova a 800 mt di altitudine tra le Valli di Lanzo ed il Canavese, a circa quaranta chilometri da Torino. Sperando che questo sito contribuisca a rendere piu' conosciuta la magnifica flora alpina e delle zone montuose lo staff di VivAlpi sarà lieto di rispondere ad ogni Vostra domanda. VivAlpi è un vivaio specializzato nella coltivazione e riproduzione della flora montana. Si trova a 800 mt di altitudine tra le Valli di Lanzo ed il Canavese, a circa quaranta chilometri da Torino. VivAlpi è nato con lo scopo di riprodurre in un ambiente adeguato, una gran parte di piante originarie di zone montuose coltivate con maggiori difficoltà nei vivai di pianura. I risultati di questi anni sono stati incoraggianti e per questo motivo abbiamo “insistito” molto su generi “difficili” quali Gentiana, Helleborus, Corydalis, Pulsatilla, Astrantia, Aconitum, Ranunculus Saxifraga e molti altri. Grazie alla collaborazione con orti botanici, associazioni e vivai esteri, abbiamo raccolto una vasta collezione di “piante madri” : oltre 1000 specie provenienti da tutto il mondo. Dalle Montagne Rocciose alla catena neozelandese, dalla Patagonia alle inaccessibili valli asiatiche, è un susseguirsi di entusiasmanti novità che finalmente possiamo proporre.

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Vivalpi - La passione per le piante alpine

Il progetto

VivAlpi è un vivaio specializzato nella coltivazione e riproduzione della flora montana. Si trova a 800 mt di altitudine tra le Valli di Lanzo ed il Canavese, a circa quaranta chilometri da Torino. VivAlpi è nato con lo scopo di riprodurre in un ambiente adeguato, una gran parte di piante originarie di zone montuose coltivate con maggiori difficoltà nei vivai di pianura. I risultati di questi anni sono stati incoraggianti e per questo motivo abbiamo “insistito” molto su generi “difficili” quali Gentiana, Helleborus, Corydalis, Pulsatilla, Astrantia, Aconitum, Ranunculus Saxifraga e molti altri.Grazie alla collaborazione con orti botanici, associazioni e vivai esteri, abbiamo raccolto una vasta collezione di “piante madri” : oltre 1000 specie provenienti da tutto il mondo. Dalle Montagne Rocciose alla catena neozelandese, dalla Patagonia alle inaccessibili valli asiatiche, è un susseguirsi di entusiasmanti novità che finalmente possiamo proporre. Ma è soprattutto la splendida flora delle Alpi che ricorre nella nostra collezione : abbiamo saputo studiare e coltivare le specie più belle e interessanti che spesso sono dimenticate dai grandi produttori perché troppo difficili da riprodurre e quindi scarsamente redditizie. Coltivare piante alpine non è difficile : si può cominciare con le varietà meno esigenti, e via via crescere l’esperienza sino ad ottenere ottimi risultati si può scoprire un mondo nuovo che non cessa di stupire ed appassionare. Basta poco per cominciare ma in compenso, le piante perenni alpine sapranno regalarci ogni anno, splendide fioriture e aria nuova nei nostri giardini.

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Vivalpi - La passione perle piante alpine

La produzione

La produzione del nostro vivaio è destinata in parte al mercato amatoriale mentre piccole partite sono destinate ad essere ricoltivate in altri vivai. Tra le varietà più interessanti, spicca la splendida Genziana kochiana, che viene proposta in piena fioritura nei mesi di marzo-maggio. Benché si tratti di una specie comune nelle Alpi, la coltivazione in vaso di questa pianta risulta complessa e gli esemplari in commercio non sempre rendono onore alla bellezza di questa specie. Abbiamo “codificato” un buon procedimento per ottenere ottimi esemplari fioriti ma ciò ha richiesto anni di osservazione. Altre splendide varietà sono offerte e permettono di soddisfare i collezionisti più esigenti. La coltivazione di tante specie, ha permesso di comprendere i meccanismi di crescita ma ha anche sottolineato l’impossibilità di ottenere sempre risultati ottimali. Nel nostro vivaio, si spende molto lavoro per selezionare e tentare di riprodurre le specie meno adattabili : questo è il nostro compito principale, ma spetta al pubblico, coltivare e crescere con passione, anche quelle essenze che in apparenza “difficili” possono fare la differenza e dare tono a qualunque giardino. Va detto a tale proposito, che molte varietà crescono male in vaso : questo perché sono soggette a diversi problemi che spariscono non appena la piantina è introdotta in un ambiente adeguato. Per questo motivo abbiamo costruito delle apposite roccere dove le “piante madri” crescono senza problemi e mostrano al visitatore tutta la loro bellezza. Gli esperti sanno bene che per alcune specie (tra le quali molte arbustive ) l’accrescimento è lento o addirittura bloccato in vaso mentre queste piante ripartono con vigore non appena impiantate in terra. Alcuni esempi sono la profumatissima Daphne cneorum, la Moltkia petraea, la Poligala chamaebuxus : splendide se coltivate tra le rocce ma desolate in vaso. La grande distribuzione ha sempre ignorato molte di queste specie ed in fondo il pubblico le scopre solo recentemente. Ciò che manca è un contatto diretto tra chi produce e chi utilizza, così spesso sono vendute piante dalle origini incerte e si finisce sovente per trovarsi tra le mani specie semirustiche o delicate, annuali o biennali, spacciate per perenni. In altri Paesi europei, un pubblico preparato alimenta una richiesta più professionale e gli amanti del giardino alpino si contendono le specie più esigenti e di difficile coltura : una sfida che, soprattutto nel giardinaggio inglese ha i suoi maestri. Nel nostro vivaio, si spende molto lavoro per selezionare e tentare di riprodurre le specie meno adattabili : questo è il nostro compito principale, ma spetta al pubblico, coltivare e crescere con passione, anche quelle essenze che in apparenza “difficili” possono fare la differenza e dare tono a qualunque giardino.

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Le piante alpine

Le aree montuose sono la zona d’origine di una gran parte di piante ornamentali tra le più attraenti in coltivazione. La notevole variabilità di situazioni ecologiche che caratterizzano le catene alpestri hanno come riscontro la presenza di un elevato numero di specie : per esempio la flora delle sole Alpi racchiude ben i tre settimi di tutta la flora europea. Le condizioni climatiche e l’habitat montano hanno plasmato piante che per adattarsi hanno dovuto evolversi entro forme che caratterizzano la flora d’alta quota. Sono forme che si riscontrano un pò ovunque nelle catene montuose. Piante basse e striscianti, per assorbire maggiormente il calore del suolo e sopportare meglio al peso della neve, tipiche forme a ‘cuscinetto’ per resistere ai venti. L’apparato fogliare permette di trattenere meglio l’umidità, soprattutto nelle specie che vegetano in pieno sole : foglie carnose o ricoperte di peluria, tessuti cuoiosi e ridotti oppure protetti da cere. Gli apparati radicali sono fortemente sviluppati per garantire ancoraggio e ricerca in profondità di acqua e nutrimento : il sistema radicale sottile delle piante di montagna risulta essere fino a cinque volte superiore di quelle di pianura. L’ esigenza di garantire l’impollinazione ha portato molte specie alpine a produrre fiori vistosi e spesso numerosi ( come nei cuscini di Petrocallis pirenaica, Silene acaulis ecc. ) . La brevità del ciclo vegetativo estivo, fa si che le piante annuali siano presenti in numero ridotto sulle fasce montane ( sulle Alpi circa il 4%). In maggior parte perenni e bienni, accumulano riserve per fiorire al momento propizio, anche alcuni mesi dopo aver preparato le gemme fiorali sotto la neve. Tutte le specie montane sopportano bene le basse temperature ma alcune di loro vivono in ambienti totalmente innevati per mesi e mesi. Sotto la neve, a livello del terreno la temperatura si assesta intorno agli 0° ; ciò spiega come mai certe specie non tollerano l’umidità che invece caratterizza i giardini di pianura. Per questo bisogna drenare con cura le più esigenti ed eventualmente ripararle con campane di vetro nei periodi invernali.

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La coltivazione delle piante alpine

Coltivare piante alpine non è difficile. Il segreto sta nel comprendere che queste minuscole piantine, a dispetto del loro aspetto a volte gracile e delicato, vivono in condizioni estreme e sempre debbono la loro sopravvivenza al loro specifico habitat. Benché molte di loro godano di una certa rusticità, non possiamo coltivarle in condizioni troppo diverse da quelle naturali.Tanto più ci avvicineremo a riprodurre la struttura ecologica originaria, maggiormente potremo ottenere buoni risultati. E’ necessario avere a portata di mano alcuni parametri fondamentali, quali tipo di terreno ( acido, normale, basico ) esposizione ( da totalmente assolata ad ombra ), natura del terreno ( normale,umido, secco ) e così via. Per questo motivo è fondamentale conoscere la zona d’origine della singola specie e l’habitat in cui essa vive allo stato spontaneo. Quando acquistiamo una nuova piantina dobbiamo richiedere le informazioni e tra queste dobbiamo pretendere che ci venga dato il nome corretto ( quanti errori grossolani nei cataloghi ‘Made in Italy’ …). Spesso vengono venduti esemplari di piante delle quali non viene specificata l’origine e la scarna letteratura nazionale disponibile certo non aiuta a far luce. Sovente abbiamo visto cespi di genziane, stelle alpine o sassifraghe piantate con qualche colpo di zappa in mezzo al solito prato ( magari umido e zeppo di specie infestanti ). Nel giro di poco, i bei cespi che avrebbero vissuto per anni in un’aiuola baulata o in roccera, spariscono lasciando dietro di sé la nomina di piante impossibili da coltivare ! Quante volte abbiamo sentito ripetere i racconti di insuccessi legati alla coltivazione di specie invece assai rustiche che però erano state strappate alla montagna senza troppo buon senso ! A farne le spese, sempre begli esemplari di stelle alpine, genziane, sassifraghe, genepì e cuscinetti di silene, per citare le “vittime”più comuni. Tutte piante che, coltivate da seme, danno risultati ottimi anche in pianura se si rispettano delle semplici regole. Per esempio, la bella stella alpina, perde il suo aspetto compatto e feltroso se coltivata con terricci troppo ricchi ed in assenza di sole diretto, il genepì allo stesso modo, non ama i terreni fradici e andrebbe riparato dalle eccessive precipitazioni estive che provocano marcescenza . Per questo motivo i terricci devono drenare in modo impeccabile : è una regola che vale per tutte le piante rupestri. Può essere d’aiuto coltivare le specie più delicate in posizioni verticali, magari ponendo al di sopra, una lastra di pietra che ripari il colletto della pianta ( per le più delicate si pone una lastra di vetro che le ripari totalmente dalla pioggia ). Molta attenzione va data anche al ph del terreno. Per esempio numerose varietà di genziane non tollerano i terreni calcarei che le annientano ma sono rigogliose nel substrato adatto. Allo stesso modo specie calcicole vegetano male in terreni troppo acidi. Uno degli errori ricorrenti nella coltivazione delle piante è lo sradicamento o il trapianto in piena fioritura. L’esemplare non si salva quasi mai, perché oltre allo stress della fioritura si aggiunge quello del trapianto : troppo anche per una specie rustica ! Molto meglio effettuare trapianti quando la piantina è a riposo : in autunno o primavera presto è il periodo migliore. Da evitare i periodi troppo caldi e asciutti ( guai se c’è vento ! ). Utilizzando specie già “stabilizzate” in vaso, si elimina totalmente il rischio di decadimento e la piantina torna presto a vegetare. Invece di utilizzare piante con fiori in boccio, sarebbe meglio consultare i cataloghi e scegliere le varietà che interessano, anche a prescindere dai periodi di fioritura : spesso sono immesse in commercio specie “forzate” al caldo che poi fioriscono l’anno successivo in periodi diversi da quello che ci si aspettava. Infine non tormentare le specie con continue attenzioni, irrigazioni eccessive e concimazioni troppo abbondanti : per la maggior parte delle varietà si tratta di piante che in natura vivono abbarbicate su crepe di rocce ed hanno bisogno di un ambiente povero di sostanze nutritive e acqua per vegetare bene. Come accennato, una buona regola per coltivare le perenni alpine, è conoscere l’ambiente naturale in cui vivono : se riusciremo a “simularlo” più fedelmente possibile, avremo piante rigogliose che in molti casi si riprodurranno da sole. Inoltre non è certo che le fioriture avvengano già nella prima stagione : molte perenni alpine, sono assai longeve ma necessitano di alcuni mesi per adattarsi. Poi fioriranno con regolarità ma possono tardare se messe a dimora all’ultimo momento ( può anche capitare che piante in boccio abbandonino il fiore a vantaggio della ripresa vegetativa se trapiantate fuori termine ). Non bisogna scoraggiarsi perché solo l’esperienza e la pazienza portano a buoni risultati ! Anche nel nostro vivaio, le perdite non mancano, soprattutto con le specie che conosciamo poco. Individuate le necessità colturali delle singole varietà, le perdite si riducono al minimo e si ottengono i risultati desiderati. In vaste aree dell’Italia settentrionale possiamo “approfittare” di un clima adatto alla coltura delle specie montane che sono invidiate altrove. Inutile disperarsi sull’impossibilità di mantenere specie mediterranee e sub tropicali. Meglio pensare ad un rigoglioso giardino montano ( i maestri inglesi insegnano) che avvilirci per la perdita ricorrente di piante non rustiche. Da tempo abbiamo realizzato dei test attraverso coltivazioni effettuate in città : è significativo notare che da oltre tre anni, sono mantenuti in vaso su terrazzi di Torino, rigogliosi esemplari di Lewisie, Genziane ( splendide quelle del gruppo acaulis e le orientali ) Androsaci, Sassifraghe ecc. Dunque, largo a queste meraviglie che parlano di valli fiorite e orizzonti alpini : sarebbe un peccato non tentare di conoscerle meglio !

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